Venerdì 11 giugno 1915, ore 19

Unfantesulledolomiti_Spostamenti

La pioggia ha davvero rotto! Più che l’estate italiana questa sembra una sorta di primavera monsonica: piove tutti i giorni, a volte di più a volte di meno, ma alla fine quel che resta è sempre la stessa cosa: divise zuppe, cibo zuppo, animali zuppi (e puzzolenti più del solito!), armi zuppe … e morale sotto terra.
Almeno per oggi non ci sono state azioni di guerra, anche se i Comandi stanno spostando le truppe. Si vede che le azioni contro Son Pauses non sono ancora finite, o almeno così pare. Gran movimenti di truppa e bestie per tutto il giorno, specie nelle zone più avanzate del nostro fronte; alla fine abbiamo abbandonato le pendici della Croda dell’Ancona e stiamo cercando di pararci meglio il fianco destro, verso il Lago Nero. A tal fine anche la nostra compagnia è stata spostata qualche metro più indietro, ma nulla di ché. C’è una gran paura che gli austriaci possano tentare una manovra come quella che che abbiam provato noi, prendendoci alle spalle, passando per una valletta laterale. Per questo ci hanno fatto arretrare sulle pendici dello Zurlon, in modo da controllare meglio lo sbocco di tale valletta. Alla fine di tutto siamo ancora in prima linea, con i nervi tesi e l’occhio vigile perché si sa … in guerra, chi di sorpresa ferisce, di sorpresa perisce!

Giovedì 10 giugno 1915, ore 22:30

Unfantesulledolomiti_branda

Nel nostro accampamento han continuato ad arrivare per tutto il giorno di dispersi delle compagnie che hanno preso parte all’azione della notte scorsa. Sono tutti stravolti dalla fatica, hanno il morale sotto terra e pensavano di aver perso la maggior parte dei compagni (così come pensava anche il mio concittadino!). Abbiamo provveduto ad asciugarli, confortarli e rispedirli poi ai relativi reparti di appartenenza. Quella che agli occhi di molti era sembrata al momento una disfatta clamorosa, si è rivelata per quello che in fondo è stata: un’azione avventata, mal condotta e finita male, ma per fortuna non così male come avevamo un po’ tutti pensato all’inizio.

Ora la situazione è tranquilla. Ci siamo accampati sulle pendici dello Zurlon, verso il Rio Bosco, e tutto il Reggimento gravita ancora nella stessa zona di operazioni. Rimaniamo in attesa di capire cosa ci porterà il domani, ma Giove Pluvio non sembra dalla nostra parte, tanto per cambiare!

Giovedì 10 giugno 1915, ore 18

Misteri della Posta Militare. Per giorni non ricevi nulla, poi, nello stesso giorno due cartoline di date diverse! Vabbè, cominciamo a leggere, almeno ci si distrae un po’ …

28 maggio 1915 – Caro amico, per la prima volta abbiamo sentito il rombo dei cannoni. Si odono bombardamenti sia a destra che a sinistra delle nostre posizioni ma non sappiamo se sono gli italiani o gli austriaci, tutti ci auguriamo che siano i nostri cannoni a farsi sentire. Cari saluti a te.

Qui i bombardamenti abbiamo iniziato a sentirli ben dopo, forse perché ci abbiamo messo davvero tanto ad arrivare in una zona dove si combatteva per davvero. Ieri la prima vera azione di guerra, i primi veri morti e feriti … mi vien quasi da dire la prima “sconfitta”, ma meglio stare attenti ad usare questi termini. Se ti sente un superiore, si rischia di grosso …

1 giugno – Caro amico, come stai? Qui si continua a sentire il rombo del cannone specialmente durante la notte che sempre porta un poco di angoscia e nostalgia di casa, della famiglia e degli amici. Purtroppo scarseggia il cibo e il promesso vino rosso. Fortunatamente riusciamo a procurarci del latte dai proprietari delle cascine che in buon numero sono presenti su questi monti. Spero tutto bene per te e i tuoi compagni. Ti saluto caramente.

Qui più che i cannoni è il tempo a portare angoscia e nostalgia di casa. Di solito in estate il clima da noi è caldo e abbastanza umido, mentre a queste altezze il caldo si sente solo nelle belle giornate di sole. Di notte fa spesso freddo e la pioggia ci è spesso di sgradita compagnia. Spero di aver presto un po’ di tempo per risponderti, perché qui non sai mai se domani sei ancora su questa terra … Intanto per oggi siamo passati in retrovia, per cui grossi rischi non ne dovremmo correre.

Giovedì 10 giugno 1915, ore 6:30

Unfantesulledolomiti_Avanguardia

Che disastro! Un mio compaesano della 2ª compagnia mi ha raccontato tra le lacrime quanto successo in quella maledetta valle; ve lo riporto così come me lo ricordo, sperando di non esagerare né di svilire i comportamenti dei suoi commilitoni.

“Siamo stati scelti come compagnia di avanguardia della colonna che doveva risalire la Valle del Rio Gottres, fino ad arrivare alla quota 1.995. Ci siamo mossi verso le 17; durante la marcia, tanto per aumentare la beffa, hanno scelto il nostro plotone come avanguardia. Verso le 18 abbiamo visto pattuglie austriache sulle pendici nord della Croda dell’Ancona: il sottotenente comandante il plotone ha inviato un caporale per avvisare che tali pattuglie, dopo aver scambiato con noi qualche colpo di fucile, avevano iniziato a ritirarsi. Allo stesso tempo ci ha ordinato di risalire il costone antistante, perché potessimo così meglio renderci conto dell’entità della forza che avevamo di fronte. Col buio incombente, la pioggia e le nubi basse non vedevo nulla, ma quelli più avanti dicevano di vedere una trincea con dentro un centinaio di austriaci. All’apprendere questa notizia, il capitano della compagnia la disponeva a plotoni affiancati in formazione difensiva; il nostro doveva stare dapprima fronte a sud per respingere le pattuglie austriache delle pendici nord della Croda dell’Ancona che stavano scendendo di nuovo, poi con la fronte a nord-est, ovvero di faccia alla trincea segnalata! Alle 19 circa veniva fatto entrare nella linea difensiva anche il 4° plotone, che fino a d ora era rimasto in copertura, ma la situazione stava diventando caotica. Arrivavano colpi da tutte le direzioni. Poco dopo trovammo il collegamento con la 3ª compagnia che risaliva la riva destra del Rio; nel frattempo anche la nostra sezione di artiglieria iniziava il tiro contro il costone nord della Croda. Il fuoco incrociato nostro e degli austriaci continuò fino alle 23 circa, quando il buio si fece assoluto. Nel frattempo tutti i collegamenti tra plotoni e compagnie erano andati persi. Noi eravamo in posizione avanzata e ci prendevamo raffiche di fucilate da ogni direzione, specialmente di fronte. Alle 2 è arrivato l’ordine di ripiegamento ed è scattato il caos. Non ho più visto il comandante di plotone (mi han detto che fosse morto) e nemmeno nessun sottufficiale … mi sono arrangiato come ho potuto, scivolando tra l’erba bagnata ed i sassi del rio, cercando di trovare le tracce che avevamo lasciato all’andata. Ci ho impiegato più di due ore per rifare a ritroso la strada, ma per fortuna ce l’ho fatta … “

Le perdite assommano a quasi 12 morti e 30 feriti, ma sono ancora dispersi più di cento uomini; abbiamo speranza che alcuni si ripresenteranno qui, anche se molti, nella confusione saranno stati di sicuro catturati dal nemico.

Mercoledì 9 giugno 1915, ore 14

Unfantesulledolomiti_Caricate

A mezzogiorno è arrivato l’ordine del Comando di Divisione di far entrare in azione un reparto della forza di circa un battaglione con una Sezione di Artiglieria che aggiri le posizioni austriache passando dalle pendici ad est del monte che abbiamo di fronte, per poi risalire la Val di Gottres e sorprendere così alle spalle gli austriaci. Certo che se gli austriaci sono così sprovveduti da farsi sorprendere in questo modo sono davvero dei pollastri, ma qui tra la “bassa forza” del battaglione non ci crede nessuno! Per fortuna sono state scelte la 1ª, 2ª e 3ª compagnia del I battaglione, per cui a noi toccherà solo di vigilare. Devono partire alle 15:30; buona fortuna ragazzi!

Mercoledì 9 giugno 1915, ore 10

Unfantesulledolomiti_Croce

Siamo in trincea e piove, e fa pure parecchio freddo. Almeno gli Austriaci ci lasciano in pace, per fortuna; certo che non capisco perché, pur essendo le loro posizioni così forti non ci provino neanche a disturbarci con artiglieria e mitragliatrici. O sono particolarmente subdoli ed aspettano che ci facciamo vedere in massa per poi sterminarci, oppure siamo noi ad essere eccessivamente prudenti e malfidati. In ogni caso, l’unico spostamento di rilievo è quello della batteria di Artiglieria da Montagna che si spostata di circa 300 metri più a monte di dove stava. Per noi, solo lavori di rafforzamento delle posizioni, con la consegna del silenzio, come ieri.

Martedì 8 giugno 1915, ore 21

Unfantesulledolomiti_Pattuglia

Nel pomeriggio abbiamo aiutato quelli del Genio a montare una stazione telegrafica da campo che così tiene le comunicazioni con l’Ospizio Tre Croci, con il Comando della Divisione e con quello della Brigata Como, che sulla nostra sinistra sta attaccando frontalmente il Son Pauses, mentre noi siamo un po’ defilati sulla destra. Per la prima volta oggi ho visto dei soldati austriaci! Si tratta di cinque prigionieri del loro 14° Reggimento di Fanteria che sono stati catturati e subito inviati sotto scorta al comando della 2ª Divisione (che sta a Zuel, al solito ben lontano …).

La notte la passeremo qui, in prima linea: a tal scopo sono stati organizzati degli opportuni nuclei di sicurezza che devono vigilare contro eventuali tentativi di penetrazioni di nuclei nemici.

Martedì 8 giugno 1915, ore 13

Unfantesulledolomiti_SonPauses

Ed eccoci qua in prima linea. Siamo davanti al temutissimo forte di Son Pauses. Da stanotte ci dormiamo praticamente sotto, e questa mattina si è unito a noi il I battaglione, partito dall’Ospizio Tre Croci alle 2. Il nostro obiettivo primario è portarci in vista del ponte sul rio dell’Ancona (che nulla ha a che fare con la città delle Marche!) per evitare che gli austriaci lo facciano in qualche modo saltare. Quelli del I invece ci devono proteggere il fianco destro, impedendo agli austriaci di attaccarci provenendo da Scluderbach. L’avanzata verso la strada è stata semplice; per fortuna la fitta vegetazione della Val Grande ci ha coperti agli occhi degli austriaci e quindi ci siamo avvicinati alla strada in tutta sicurezza. Solo quando è stata l’ora della distribuzione del rancio, che come al solito aspettiamo con estremo appetito, sono stati sparati alcuni colpi di shrapnell da parte di altri forti qui intorno; spero di averne capito correttamente i nomi, che sono Geierwand e Plazwise (o qualcosa di simile …). Comunque sembravano colpi sparati molto a casaccio e non ci hanno arrecato troppi danni, se non il fatto di dover mantenere l’assoluto silenzio durante il pasto, cosa che per noi è abbastanza complicata.

Lunedì 7 giugno 1915, ore 23:40

Unfantesulledolomiti_Lavori

Mentre si attende che giunga anche il resto del Reggimento (arrivo previsto per il primo mattino), procediamo ad adattare assi e suppellettili asportati dall’Albergo Padeon ai nostri bisogni. In realtà sappiamo benissimo che domani entreremo per la prima volta in prima linea, per cui la mente è un po’ altrove. Ho l’impressione che tutto questo lavorare ci sia stato imposto solo per non farci pensare al clima ed all’attacco (o quel che sarà) di domani. Una mente impegnata a non segarsi via un paio di dita non ha tempo di pensare al futuro …